Cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono presenti già nell’embrione al 6° mese. Si tratta di tre cuscinetti spugnosi ipervascolarizzati, posizionati all’interno del canale anale. Questi cuscinetti, a seconda delle necessità fisiologiche, si gonfiano e si incastrano tra loro. Chiudendo ermeticamente l’ano migliorano la continenza. Quindi tutti abbiamo le emorroidi e queste svolgono una importante funzione fisiologica.

Perché si soffre di emorroidi?

Se le emorroidi stanno all’interno del canale anale, non danno alcun problema, tranne qualche sanguinamento causato dal passaggio di feci dure che provocano una lacerazione della membrana mucosa che riveste le emorroidi.

I disturbi cominciano quando le emorroidi fuoriescono dal canale anale. Questo fenomeno è chiamato prolasso emorroidario.

Nelle fasi iniziali le emorroidi fuoriescono durante l’evacuazione e rientrano spontaneamente; successivamente per rientrare devono essere spinte manualmente all’interno; infine diventano irriducibili e restano sempre all’esterno.

Per millenni si è ritenuto che le emorroidi fossero delle varicosità anali. Nonostante ampie dimostrazioni che così non è, molti continuano a curare le emorroidi come fossero varici.

Da alcuni decenni si è dimostrato che la malattia emorroidaria è conseguenza della fuoriuscita all’esterno delle emorroidi. Si pensava che il prolasso delle emorroidi fosse dovuta alla rottura dei tessuti che li sostengono nel canale anale.

Oltre 20 anni fa, ho chiaramente dimostrato che il prolasso delle emorroidi è conseguenza, di un prolasso interno del retto. In altri termini si forma prima un prolasso interno del retto che, oltre a dare stitichezza, spinge verso l’esterno le emorroidi.

Che significa prolasso interno del retto?

In altri termini si stacca la membrana mucosa del retto, o tutto il retto dai suoi legamenti, afflosciandosi su se stesso. All’atto della evacuazione tende a fuoriuscire e spinge le emorroidi all’esterno. Questo prolasso interno del retto determina anche una difficoltà allo scarico venoso delle emorroidi che pertanto possono rigonfiarsi e formare una trombosi con edema e spesso sanguinare.

Tali complicanze e disturbi insorgono prevalentemente in seguito a stress. Infatti lo stress fa aumentare il tono di chiusura dell’ano che aggrava lo strangolamento delle emorroidi all’esterno perché impedisce loro di rientrare.

Questi episodi, generalmente ricorrenti, e definiti “crisi emorroidaria acuta” o “strangolamento emorroidario”, sono molto dolorosi ed invalidanti. Durante queste crisi le emorroidi non rientrano nell’ano fino alla guarigione della trombosi e dell’edema che avviene in circa una settimana. Inoltre questo ipertono anale può favorire l’insorgenza di una ragade anale.

La ragade anale è una ferita dolorosissima dell’ano che causa bruciore anale per molte ore dopo l’evacuazione. Oltre agli episodi acuti sopra descritti, il prolasso emorroidario esterno non riducibile causa un indebolimento della continenza ai gas ed al muco rettale in quanto le emorroidi non possono svolgere la loro funzione di chiusura dell’ano.

Questi pazienti non riescono a curare l’igiene e infatti hanno il cosiddetto “ano umido”. Il muco che fuoriesce causa spesso una dermatite batterica pruriginosa, fastidiosa e non facile da curare.

Quali sono al momento le terapie mediche più impiegate nei pazienti nei quali si ritiene che l’intervento chirurgico non è necessario?

Si tratta di terapie sintomatiche oppure talvolta bastano a far scomparire le emorroidi?

Ci sono pareri molto diversi. La mia opinione è che i farmaci possono essere utili solo nelle crisi emorroidarie acute. Localmente possono essere impiegate, per brevi periodi, creme che contengono sostanze anestetiche per alleviare il dolore.

Ma sono più efficaci gli antidolorifici orali e gli antiedemigini quali i cortisonici. Spesso utili gli ansiolitici che aiutano a fare rilasciare gli sfinteri ed a fare rientrare le emorroidi. Utili impacchi di acqua tiepida ed il riposo a letto.

È utile consultare un coloproctologo che, ambulatorialmente, può praticare micro-incisioni e svuotare i trombi accellerando la guarigione. Sconsiglio l’uso sistematico di creme e pomate, che oltre ad essere inefficaci, possono causare dermatiti topiche difficili da curare.

Non serve nessuna cura medica per il prolasso emorroidario non sintomatico. Ovviamente nessuna medicina o crema può guarire il prolasso delle emorroidi se non la chirurgia.

Avendo chiarito che le emorroidi non sono varici, tutti i farmaci mutuati dalle terapie per le vene varicose, li ritengo utili solo per le industrie che li producono. Purtroppo se ne fa un largo uso perché ovviamente le case farmaceutiche le promuovono.

Quali sono a oggi le indicazioni circa la necessità di un intervento chirurgico?

Il prolasso delle emorroidi è una patologia che progredisce, pertanto l’indicazione all’intervento è correlata alla gravità dei sintomi, alla loro incidenza sulla qualità della vita, all’età ed alle condizioni generali dei pazienti.

Ricordo che, poiché le emorroidi sono dovute ad un prolasso
interno del retto che a sua volta è causa di stitichezza, in presenza di tale disturbo associato, l’intervento con tecnica appropriata cura entrambi i disturbi.

La reticenza di molti pazienti ad operarsi è dovuta alla triste fama degli interventi dolorosissimi di asportazione delle emorroidi. Oggi invece esistono tecniche efficaci e praticamente indolori.

Al momento attuale esistono diverse tecniche di eliminazione delle emorroidi: da quelle tradizionali a quelle che impiegano il laser.

Essendo l’ideatore della tecnica “Longo” che è diventata la tecnica più diffusa al mondo, devo sforzarmi di dare una risposta obiettiva che possa essere supportata da ragionamenti logici e comprensibili dai lettori.

È dimostrato che il prolasso delle emorroidi è dovuto al prolasso interno del retto, pertanto asportando le emorroidi non si cura la causa ma solo uno degli effetti del prolasso interno.

L’intervento di emorroidectomia tradizionale, Milligan Morgan, provoca intenso dolore post-operatorio che dura alcune settimane e necessita di medicazioni quotidiane. L’intervento non curando il prolasso interno del retto, non cura l’eventuale stitichezza associata e vi è un’alta possibilità di recidive.

L’asportazione delle emorroidi espone al rischio, tutt’altro che raro, di
stenosi anali (restringimento dell’orifizio).

L’emorroidectomia causa un inevitabile indebolimento della continenza visto il ruolo fisiologico che, abbiamo ricordato, svolgono le emorroidi.

Periodicamente chirurghi ed industrie alimentano speranze di interventi di emorroidectomia meno dolorosi usando mezzi di asportazione diversi: laser; ultracision; bisturi elettrici; ligasure; ecc…

Tutte queste mistificazioni sono fallite o sono destinate a fallire in quanto il dolore è dovuto alle ferite vive che residuano nella regione più innervata del corpo umano, appunto l’ano, a prescindere
dallo strumento che si usa per provocarle.

Un’altra terapia proposta è la legatura dei vasi emorroidari guidata da eco doppler. Si basa sulla ipotesi che la malattia emorroidaria è dovuta ad un iperafflusso di sangue.

Tale teoria è palesemente fasulla in quanto l’iperafflusso di sangue alle emorroidi è fisiologico. Si tratta. Risultata palesemente inefficace, la procedura è stata associata alla mucopessia, THD, ovvero associare alla legatura delle arterie, il fissaggio con sutura del prolasso interno.

Ammettendo quindi implicitamente che la teoria dell’iperafflusso è irrazionale e che è il prolasso interno del retto a
causare la malattia.

Infatti è stato dimostrato che il THD ha la stessa efficacia con o senza legatura dei vasi. La percentuale di recidive è altissima, perché il fissaggio del prolasso è inefficace e dura poco.

Frequentissimo l’edema e la trombosi emorroidaria post-operatoria con dolore intenso. Un principio fondamentale della medicina è che curare la causa di una patologia è molto più razionale ed efficace che curare i singoli sintomi. Il prolasso delle emorroidi è causato da un
prolasso interno del retto.

Partendo da questo principio ho messo a punto una tecnica che consente di resecare il prolasso interno del retto attraverso l’orifizio anale usando uno strumento (PPH), inventato dal sottoscritto e costruito inizialmente solo dall’americana Johnson & Johnson, ma di cui esistono oggi oltre 120 imitazioni, a dimostrazione del successo e della diffusione della tecnica.

Lo strumento ha la capacità di resecare e cucire contemporaneamente il prolasso rettale. A seconda dell’entità del prolasso si può adoperare una sola PPH (mucosectomia con stapler), oppure due PPH (intervento STARR).

I vantaggi di questa tecnica sono stati descritti in centinaia di articoli scientifici. Ad oggi sono stati eseguiti oltre 8 milioni di interventi in tutto il mondo.

L’intervento è praticamente indolore perché la sutura che residua è all’interno del retto dove non ci sono fibre nervose che causano dolore.

Le emorroidi vengono riposizionate nel canale anale e quindi non viene compromessa la continenza anale; necessita solo l’anestesia epidurale ed una notte di ricovero; non necessitano medicazioni e la ripresa dell’attività lavorativa avviene in 3-4 giorni.

Un dato importantissimo è che la tecnica cura anche la ostruita defecazione, ovvero la stitichezza. Le complicanze sono poche e rare. Per tali ragioni la tecnica è la più raccomandata dal National Institute Clinical Excellence (NICE), organismo inglese che confronta i vantaggi delle varie tecniche.

Ci può indicare le più utili accortezze in fatto di alimentazione e stili di vita per prevenire le emorroidi?

Normalmente si fanno tante raccomandazioni, ma purtroppo di nessuna è dimostrata l’efficacia.

Tuttavia possiamo dire che il prolasso emorroidario è più frequente nei paesi dove l’alimentazione è povera in verdure e frutta e dove la vita è più frenetica e stressante.

Lo stress aumenta il tono di chiusura degli sfinteri anali e quindi lo sforzo per evacuare. Cosa che può causare il prolasso interno del retto e successivamente delle emorroidi.

La dieta povera in scorie ed acqua può causare feci dure che richiedono maggiore sforzo per essere espulse. Peperoncino e cibi piccanti non hanno nessuna incidenza nel causare il prolasso.

Quando questo è già presente, vale a dire quando già si soffre di prolasso emorroidario, siccome la mucosa anale può essere danneggiata, i cibi piccanti possono causare bruciore.

Esistono soggetti più predisposti alle emorroidi?

È dimostrata non una ereditarietà ma una familiarità per le emorroidi. I soggetti più predisposti sono coloro che fanno una vita sedentaria o sono stressati per motivi di lavoro o familiari.

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