La Repubblica – 1 dicembre 2009

Intestino ne soffre un italiano su quattro

Per molti è un tormento, ma pochi sanno che a volte la soluzione è un semplice intervento al retto.

Per molti è un argomento da barzelletta o da film comico di serie B. Un tormento quotidiano invece per quelli che il problema ce l’hanno, e non sono pochi. Dal 21,1 al 33,2 per cento degli italiani, in linea con i dati europei che vanno dal 15 al 35 per cento a seconda dei sistemi di indagine, soffre di stipsi.

Il che significa, secondo la definizione internazionale, andare in bagno meno di tre volte a settimana.

E almeno una volta su quattro affrontare sforzi dolorosi per riuscire ad evacuare. Il tutto accompagnato da un senso di disagio, di peso, di “mancata liberazione” 24 ore su 24. Ma il dato più sorprendente, anche per gli stessi medici al congresso mondiale di gastroenterologia di Londra, è che la metà di questi soggetti è costretta a “metterci le mani”, liberandola parte finale dell’intestino da un ostacolo, il prolasso del retto, che si oppone fisicamente all’evacuazione. Non sapendo che un semplice intervento chirurgico gli può restituire una vita normale.

L’indagine sulla stitichezza

opera di dieci medici di base sparsi e coordinati dalla Simgi (Società italiana di medicina generale) e dal dipartimento di Clinica medica dell’Università di Bologna.

“Sono stati analizzati 1.306 soggetti, selezionati tra chi si reca negli ambulatori dei medici di famiglia per motivi burocratici, rappresentativi della popolazione italiana adulta e sana- spiegano i medici di base Carmelo Cottone e Giuseppe Disclafani.

Ci siamo avvalsi sia dell’autovalutazione che di questionari forniti dai medici. Abbiamo così scoperto che la costipazione ormai ha una diffusione omogenea nel Paese dopo che anche il meridione ha abbandonato la dieta mediterranea. E che cresce col diminuire del livello culturale, passando dal 16 per cento tra i laureati al 38,5 tra i non scolarizzati. Inoltre, la metà circa dei soggetti con stipsi rivela ciò che non aveva mai detto al medico di famiglia: deve usare le dita per evacuare perché ha sviluppato una sindrome da defecazione ostruita. E si convive, senza domandarsi se c’è una soluzione.

La teoria del prolasso rettale”

Come causa di buona parte dei casi di stitichezza e di tutti quelli di emorroidi è stata elaborata da Antonio Longo appena dieci anni fa e ci vorrà ancora del tempo perché diventi ben nota, anche agli stessi medici- spiega Angelo Caviglia, responsabile unita operativa di colon-proctologia del San Camillo di Roma, uno dei pionieri della tecnica di Longo.

La causa sono gli sforzi continui che producono una sorta di allungamento del retto sino a provocarne la fuoriuscita e, prima o poi, lo strangolamento delle vene emorroidarie con conseguenti crisi dolorose. L’intervento chirurgico è risolutivo perché riporta il retto alla sua lunghezza normale. Sottostimata anche un’altra complicazione della stipsi, spesso confusa con le emorroidi, la ragade, che si risolve con un intervento semplice e breve”.