Etetics 2015

LA STITICHEZZA – COME RICERCARE LE CAUSE E LE CURE

APPROPRIATE

Un problema che condiziona la vita del 25% delle donne e del 18% degli uomini.
Una grande varietà di sintomi e tante diagnosi di comodo o prive di fondamento
scientifico: colon più lungo della norma, transito rallentato, colon irritabile. Un
fiume di lassativi erroneamente ritenuti innocui!
La causa più frequente è il prolasso interno del retto ed il rettocele che possono
essere corretti con una tecnica mini-invasiva e indolore – La STARR.

La stipsi è un enorme problema sociale che condiziona, in maniera più o meno grave,
la vita di ¼ della popolazione occidentale. Purtroppo questa patologia, e i possibili
danni, sono enormemente sottovalutati dai pazienti e da molti medici che spesso si
rifugiano in diagnosi di comodo, senza studiarne le cause e prescrivendo come unico
rimedio i lassativi. Spesso sono gli stessi pazienti a farvi ricorso senza prescrizioni.
La realtà impressionante è che, tra prodotti farmaceutici e di erboristeria, si
consumano in Italia 500 milioni di euro all’anno di lassativi! Invece questo problema
può e deve essere affrontato da specialisti veri perché si può risolvere definitivamente
curando la causa.

I SINTOMI

I sintomi sono molto variabili ed indicano anche la gravità della stipsi: rarità dello
stimolo fino alla completa assenza; sensazione di incompleto svuotamento; necessità
di evacuare due tre volte in un giorno; meteorismo per incapacità di eliminare i gas;
coliche addominali ricorrenti spesso accompagnate da una cosiddetta pseudo-diarrea.
Molti pazienti non riescono più ad evacuare se non con l’uso di clisteri e lassativi.

LE CAUSE DELLA STIPSI
Le cause funzionali
La più importante causa funzionale è la dissinergia pelvica. Si tratta di una incapacità
di rilasciare adeguatamente gli sfinteri anali ed il muscolo puborettale al momento
della evacuazione, che pertanto diventa impossibile o difficoltosa e richiede uno
sforzo esagerato. Questi pazienti spesso ricorrono alle supposte, ai microclimi o alla
stimolazione digitale per evacuare. Questo tipo di stipsi è spesso di gravità variabile
nella stessa persona perché correlata a stress psichico ed ansia. Questa contrazione
esagerata dei muscoli perineali è anche tipica delle donne che hanno subito violenza o
tentativi di violenza sessuale; si istituisce una specie di meccanismo inconscio di
difesa contraendo i muscoli perineali. Molte persone pensano di soffrire di stipsi
perché hanno un tempo di transito intestinale (ITT) rallentato. Ovviamente lo
pensano perché qualcuno ha posto loro tale diagnosi! Quella della stipsi da transito
rallentato è una causa totalmente inventata, priva di dimostrazioni cliniche e della
quale può essere matematicamente dimostrata la infondatezza. Se si misura l’ITT allo
stesso soggetto in giornate diverse, quasi mai troviamo lo stesso valore e vi è spesso
una enorme variabilità, pertanto essendo un valore molto variabile non può essere
assunto come valore assoluto! Quindi non ha né valore diagnostico né clinico. Se una
persona ha un ITT di 24 ore ed un’altra di 48 ore, la unica differenza è che il primo
evacua al mattino quello che ha mangiato il giorno prima, ed il secondo quello che ha
mangiato due giorni prima, ma entrambi avranno una normale evacuazione
giornaliera. Ecco come matematicamente viene smentita questa causa inventata di
stipsi. Una vera causa di stipsi è invece l’atonia intestinale. In altri termini l’intestino
si dilata abnormemente diventando un enorme serbatoio di feci e non una via dove
transitano. Questo avviene perché le contrazioni (peristalsi) sono poche e deboli e
non riescono a fare svuotare l’intestino. Questi pazienti presentano un addome disteso
e la semplice RX dell’intestino mostra la dilatazione. Le cause dell’atonia sono:
l’insufficienza vascolare intestinale; problemi neurologici di origine cerebrale o
vertebrale (traumi, malattie degenerative, ictus, diabete, morbo di Parkinson, ecc…)

inoltre l’atonia può essere causata da farmaci: i beta bloccanti, gli ansiolitici, gli
antispastici e tanti altri.

Le cause anatomiche
Sono cause anatomiche della stitichezza alcune malformazioni dell’intestino, quasi
sempre dell’ultimo tratto, ovvero il retto. Tali alterazioni creano un ostacolo
meccanico, ovvero ostruiscono o rendono difficoltoso il passaggio delle feci. Per tale
motivo viene chiamata sindrome da ostruita defecazione. Tale ostruzione può essere
dovuta ad un restringimento del retto o del colon per tumori maligni o benigni; per
diverticolosi stenosante; ed altre rare cause. La causa di gran lunga più frequente
della stipsi, oltre il 70% dei casi, è dovuta ad un prolasso interno del retto ed al
rettocele.
Prolasso del retto e rettocele. Il prolasso del retto è una alterazione che consiste
in un allungamento del retto che diventa fluttuante e tende a fuoriuscire dall’ano.
Durante la evacuazione si comporta come un telescopio, vale a dire il retto più alto si
infila dentro il retto sottostante creando un “tappo” che ostruisce la defecazione.
Nelle donne questo prolasso rettale quasi sempre si dilata formando una sacca
chiamata rettocele. Oltre certe dimensioni il rettocele spinge e sporge come una palla
sulla parete vaginale posteriore. In questa sacca si accumulano le feci e diventa
difficile da svuotare; alcune donne infatti per evacuare premono sulla vagina oppure
si aiutano introducendo un dito nell’ano, cosiddetto svuotamento manuale. Tra le
cause predisponenti del prolasso rettale e del rettocele vengono considerati fattori
ereditari (circa il 3% dei neonati presenta un prolasso rettale addirittura esterno),
diete povere di liquidi e fibre vegetali. Ultimamente è stato evidenziato come le cause
funzionali, soprattutto l’ipertono degli sfinteri anali, inducendo i pazienti ad uno
sforzo eccessivo per evacuare, causano il prolasso. Il prolasso del retto può essere,
nelle donne, associato al prolasso di utero e vescica (tale argomento lo abbiamo
trattato nel numero precedente). Il prolasso interno del retto ed il rettocele possono
essere oggi curati chirurgicamente con una tecnica mini-invasiva ed indolore, la

tecnica è chiamata STARR, chi scrive ha l’orgoglio di avere inventato la tecnica e lo
strumento dedicato per eseguirla. Oggi la STARR è diffusa e praticata in tutto il
mondo.
LA TECNICA STARR
Consiste nel resecare il prolasso rettale attraverso il canale anale, con uno strumento
dedicato, costruito in USA dalla Johnson & Johnson. Non necessitano pertanto tagli
chirurgici e non residuano quindi cicatrici cutanee. Viene eseguito in anestesia
epidurale, si esegue in 30 minuti ed è sufficiente un giorno di ricovero. Il post-
operatorio è praticamente indolore e si può riprendere la normale attività dopo 3-4
giorni. Le complicanze sono rare, soprattutto se l’intervento è eseguito da
coloproctologi esperti. L’intervento è addirittura raccomandato dal NICE, National
Institute Clinical Excellence, organismo britannico che valuta la efficacia e le
complicanze delle tecniche. Da quanto detto sopra è evidente che la stitichezza ha
sempre una causa, pertanto per curarla efficacemente è indispensabile capire la causa
e fare una terapia appropriata. I pazienti che soffrono di stipsi devono seguire un
certo iter diagnostico e devono diffidare dai medici che si limitano a prescrivere e,
ogni tanto, cambiare lassativo senza avere stabilito la causa. Vi sono esami
indispensabili da eseguire: a) la colonscopia nei pazienti che hanno superato i 45
anni o hanno familiarità per i tumori del retto e del colon; b) la defecografia che è un
semplice esame radiologico, oggi eseguibile anche con la risonanza magnetica per
evitare radiazioni dai raggi X. Tale esame serve a diagnosticare il prolasso interno del
retto, il rettocele, l’ipertono sfinteriale, la dissinergia pelvica e le altre alterazioni,
quali la discesa del perineo e l’enterocele che la stipsi può creare. I pazienti stessi
devono pretendere che vengano prescritti gli esami citati. Nel caso in cui alla
defecografia venisse diagnosticato un prolasso interno del retto e/o un rettocele,
devono consultare un coloproctologo esperto in stipsi. Evitare l’uso prolungato di
lassativi, comprese e soprattutto le erbe, perché i danni che sono stati riscontrati e le
complicanze descritte sono importanti: perdita di sali minerali con astenia;
depressione; dismotilità intestinale e del ritmo cardiaco; disidratazione con

ipotensione ed aumento del rischio di trombosi; colorazione nera delle mucose
intestinali (melanosi). Il consiglio pertanto è di non fare da se e di affidarsi a
specialisti esperti.